Manovra, Meloni: alla sanità 3 miliardi per ridurre le liste d'attesa
La premier Meloni in conferenza stampa: “Non è vero che abbiamo tagliato”. Prevista la detassazione di straordinari e premi di risultato. Anticipo da 2 miliardi sui rinnovi contrattuali
Di Ulisse Spinnato Vega
Lo sforzo finanziario cuba 3 miliardi di euro in più l’anno prossimo (oltre a 300 milioni per la Regione Siciliana), che diventeranno 4,2 miliardi a decorrere dal 2026.
Con una missione prioritaria: abbattere le liste d’attesa. La legge di Bilancio 2024 accende i motori e la premier Giorgia Meloni si presenta in conferenza stampa, a Palazzo Chigi, per dire che le due misure chiave sulla sanità sono il rinnovo del contratto e la detassazione non solo degli straordinari, ma anche dei premi di risultato per il personale. Un risultato che comunque deve essere connesso alla riduzione dei tempi per esami e prestazioni. Poi il capo del governo si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Nei giorni scorsi ho sentito che noi avremmo tagliato i fondi per la sanità. Noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto” e dunque “le bugie non corrispondono alla realtà delle cose”.
Quindi Meloni, a sostegno della sua tesi, rispolvera i numeri che riguardano il Fondo sanitario: “Con i quasi 136 miliardi di euro” quest’anno “noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto”. Nel 2019, infatti, il Fondo “ammontava a 115 miliardi di euro, sono 20 miliardi di euro in meno”, mentre “negli anni del Covid” si “viaggiava tra i 122 e i 127 miliardi, vaccini compresi, e quindi mi sembra un po' forte sostenere che con 136 miliardi questo governo tagli la sanità”. La premier liquida poi come un “giochetto” l’operazione di parametrare la spesa al Pil nominale, metodo che invece serve a tener conto anche dei costi crescenti che il settore affronta, soprattutto in ragione della forte inflazione. E infine chiarisce: “Ci sono stati anni precedenti nei quali scendeva e adesso fortunatamente il Pil sale e l'incidenza è sicuramente diversa, ma è una buona notizia che il Pil salga”.
Certo, ci sarà da capire quanto la leva della detassazione su alcune voci dello stipendio possa sopperire al vero buco che riguarda la carenza e il mancato reclutamento di personale medico e infermieristico. Far lavorare di più chi è già dentro il Ssn non è la stessa cosa che avere risorse fresche negli organici. Tanto che il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, a caldo commenta: “Se la strategia del governo si esaurisce nella detassazione degli straordinari e dei premi di risultato non risolveremo né il problema della carenza di infermieri né quello delle liste d’attesa”. In ogni caso il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.....
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