Infermiere madri alle prese con difficoltà economiche e di conciliazione vita-lavoro. Il sondaggio NurSind
Il 53% delle intervistate rinuncia all’astensione dai notturni e il 28% al congedo parentale. Per oltre un terzo orari dei nidi incompatibili con turni di servizio
Roma, 10 maggio - Problemi di natura economica, e quindi stipendi bassi, difficoltà di conciliare tempi di vita e lavoro, ma anche carenza di personale. Sono questi i principali problemi che condizionano pesantemente l’operato delle infermiere madri. Il Centro studi Nursind tira le somme al termine della survey che ha lanciato tra le sue iscritte la settimana scorsa, in vista della Giornata internazionale dell’infermiere che quest’anno coincide con la ricorrenza della festa della mamma. In soli sette giorni hanno risposto al sondaggio 1.962 professioniste, di cui 1.874 (95,6%) infermiere, 58 (3,3%) ostetriche e 17 (1%) operatrici sociosanitarie. Il 95,67% del campione lavora nel Ssn e il 78,70 è mamma (oltre la metà ha almeno due figli, un terzo ne ha uno solo).
Proprio guardando alle madri, nonostante spettasse loro di diritto nei primi tre anni di vita del bambino, ben il 53% delle intervistate ha rinunciato all’astensione dal lavoro notturno solo per motivi economici, mentre per le stesse ragioni il 28% ha detto no al congedo parentale.
“Si tratta di risposte che, è inutile girarci intorno, sono solo un’ulteriore prova di quanto denunciamo da anni e cioè che gli stipendi degli infermieri in Italia, oltre ad essere al di sotto della media Ue, sono tutto tranne che dignitosi – sottolinea il segretario nazionale Nursind Andrea Bottega – E non serve un particolare acume per capire che anche le basse percentuali odierne di lavoro part time per le infermiere madri siano dovute in gran parte alle difficoltà di far quadrare i conti. Oltre che, naturalmente, a ragioni aziendali di tipo organizzativo, visto che il Ssn è piagato da una cronica carenza di organico”.
Dal sondaggio, infatti, emerge come attualmente il 17,7% delle lavoratrici madri sia in part time (di cui solo il 2,91% è in part time al 50% e il 7,38% al 75%) mentre tutte le altre lavorano a tempo pieno.
Sempre sul fronte organizzativo, inoltre, non sfugge che da un lavoro a turni qual è quello infermieristico conseguono anche altre difficoltà di conciliazione con i tempi di vita: basti pensare che seppure il 45,92% delle mamme, terminato il periodo di gravidanza, abbia affidato i propri figli all’asilo nido, il 38% ha comunque riscontrato problemi di incompatibilità tra gli orari dei nidi e quelli di servizio.
Dalla rilevazione si evince infine un altro dato “che deve far riflettere – conclude Donato Cosi, responsabile del Centro studi e membro della direzione nazionale Nursind - e cioè che il 30,62% delle donne senza prole imputa al lavoro la colpa della mancata maternità. Senza contare che tra le madri ben l’83,81% dichiara di non pensare ad un altro figlio. Segnali spia delle condizioni in cui opera oggi la categoria, che dovrebbero scuotere le nostre istituzioni e spingerle tanto per cominciare a riconoscere il nostro lavoro come usurante”.
Infermiere e maternità
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