''In manovra buoni segnali, ma per gli infermieri non bastano''
Roma, 23 ottobre - “Anche se le risorse maggiori sono spostate sul 2026, lo stanziamento per l’indennità di specificità infermieristica potrebbe rivelarsi un segnale positivo. Il condizionale è d’obbligo perché naturalmente sarà determinante capire se le risorse rientreranno o meno al tavolo in corso all’Aran per il rinnovo del contratto”. Lo afferma il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, dopo un primo esame del testo della manovra. “Peraltro, in tema di risorse, accogliamo con favore anche lo 0,22 per cento in più che, nel nostro comparto, equivale a circa 57 milioni da inserire sul salario accessorio”, prosegue Bottega. Prima di aggiungere: “Si tratta di piccoli passi che possiamo dire di aver contribuito a compiere, con un dialogo a tutti i livelli istituzionali che non si è mai interrotto da quando, a luglio, abbiamo proclamato lo stato d’agitazione”.
“La strada è ancora tutta in salita, però. Anche perché il gap tra salari e inflazione è troppo profondo. Gli infermieri restano tra le categorie che continuano a soffrire di più e hanno quindi bisogno di interventi concreti. Inutile, infatti, annunciare mega piani triennali di assunzioni di personale sapendo che professionisti su piazza non se ne trovano. Proprio perché ce ne saranno sempre meno - incalza il segretario del Nursind -, il Governo e adesso anche il Parlamento hanno la responsabilità di aiutare seriamente questi lavoratori”. A tal proposito, Bottega spiega: “Stiamo anche lavorando, per esempio, a una proposta sul fronte della detassazione di alcune voci stipendiali accessorie che darebbero maggior riconoscimento alle situazioni più disagiate della professione, a cominciare dal personale turnista. Questo sì – conclude - che sarebbe un segnale concreto di attenzione alla professione”.