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Aran, Naddeo: potremmo chiudere il rinnovo per la sanità in tre o quattro mesi

Il presidente Aran Naddeo a Nursind Sanità azzarda una previsione sulla nuova tornata contrattuale che partirà a gennaio. E aggiunge: “Possiamo iniziare a occuparci dell’Infermiere di famiglia e comunità”

Di Ulisse Spinnato Vega

Nemmeno il tempo di concludere l’ultimo giro di valzer delle Funzioni locali per il triennio 2019-2021 e la giostra dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego è già pronta a ripartire. Come indicato dal ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, le danze negoziali sulla tornata 2022-2024 dovrebbero riaprirsi a gennaio con le stesse Funzioni locali e con la sanità, comparto per il quale “penso che si possa chiudere in tre o quattro mesi”, si sbilancia con Nursind Sanità Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni.

Il settore salute si avvicina all’appuntamento sfibrato dalla carenza sempre più allarmante di personale e sull’onda delle polemiche per gli interventi della manovra in merito al ricalcolo del rendimento della parte retributiva di alcune carriere previdenziali di medici e infermieri. Senza dimenticare il dibattito sulle risorse destinate allo stesso contratto, considerate non sufficienti dagli operatori a fronte dello tsunami inflattivo che ha massacrato le buste paga nell’ultimo biennio. Il governo ha messo sul piatto complessivamente 7,3 miliardi di euro (2,3 miliardi per la sanità), ma “al pubblico impiego vanno circa 10 miliardi con la parte a carico di Regioni ed enti locali. Risorse importanti, quantomeno ci consentono di partire”, sottolinea ancora Naddeo.

Presidente, sui tempi, appunto, sappiamo che serve l’atto di indirizzo della Funzione pubblica. Ma soprattutto, per la sanità, quello del Comitato di settore delle Regioni. Lei pensa davvero che ce la faremo in pochi mesi?
Naturalmente dobbiamo aspettare questi passaggi. So che le Regioni ci stanno lavorando e manca poco. Vidoni ha già emanato un atto di indirizzo madre che ripartisce in maniera precisa le risorse finanziarie destinate ai comparti. Ma la cosa importante è che una buona revisione dell’ordinamento professionale è stata già fatta nel contratto precedente. Quindi, al di là di qualche intervento di manutenzione, questo rinnovo dovrebbe prevedere difficoltà minori. Non c’è, infatti, da ridisegnare il sistema di classificazione professionale. Naturalmente, bisogna sempre essere in due a voler chiudere in tempi celeri.

Per il comparto sanità dovrebbe esserci una cifra intorno agli 1,45 miliardi, considerando un calcolo sull’aumento del 5,78%, come da relazione tecnica della manovra. Ma almeno un miliardo è già impegnato sull’anticipo della vacanza contrattuale 2022, sull’indennità una tantum prevista per il solo 2023 e sull’anticipo atteso a dicembre (6,7 volte il valore dell’indennità di vacanza contrattuale). Le sembra che con circa 400 milioni residui si possa valorizzare al meglio la professione infermieristica?
Noi a breve avremo i conti esatti, ma a me sembra che possa esserci più spazio. In ogni caso, sono anticipi sulla retribuzione fondamentale che poi rientrano regolarmente nel contratto come incrementi stipendiali, che hanno effetti sulle pensioni o sul Tfr.

Se impieghiamo una gran parte delle risorse per ammortizzare gli anticipi, a chi converrà chiudere il contratto entro il 2024 senza ricevere alcun arretrato?
Se non fai il contratto, gli anticipi restano tali e sono soltanto una parte dei soldi. Il contratto serve a completare. E poi non...................
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